Anello Amatrice – Scandarello – Torrita [16 Agosto 2015]

1 Commento

Non tutti sanno che nel 1944 la diga del Lago di Scandarello rischiò di saltare in aria dopo essere stata minata dalle truppe naziste. Lungo la valle del Tronto vivevano migliaia di persone e molte località, tra cui Ascoli Piceno, sarebbero state colpite dall’onda di piena, che avrebbe coperto la ritirata dell’esercito tedesco.
Fortunatamente, 27 partigiani, in gran parte cittadini amatriciani, riuscirono a sventare l’attentato. Tra loro anche una donna, Marianna Valentini, che diede l’allarme dopo aver raccolto un biglietto del capo guardiano della diga, Giovanni Blasi, tenuto prigioniero. Il carabiniere Alfredo Muzi avvertì il comando e fu così organizzata una squadra diretta dal Maresciallo Pasquale Di Sabbato. Nel frattempo, Blasi, liberatosi e temendo il peggio, cominciò a svuotare il bacino del lago.
Il 17 giugno 1944 Alfredo Muzi, Mario Marri, Francesco Pellicciari e gli altri sminatori disinnescarono gli esplosivi nelle gallerie della diga e per questo furono decorati con la Medaglia d’argento al Valor militare.
Vennero impiegati ben 56 quintali di esplosivo e perciò si rese necessario ricorrere all’aiuto di alcuni bambini.
Dal 19 giugno 1994, una lapide di marmo posta sul lato est della diga ricorda il coraggio dei partigiani.
[Fonte: Wikipedia] [hr style=”bar”]

Data
16 Agosto 2015

Dati Quota partenza Quota arrivo Quota massima Tempo a/r Disl totale
955 m 955 m 1035 m 4:30 h 600 m
Lunghezza 28 Km
Rientro Ore 14:30

Ritrovo e partenza
Ore 8:00 sotto la Torre Civica di Amatrice.

Difficoltà
TC/TC

Spostamenti
Mezzo proprio fino ad Amatrice (RI)

Equipaggiamento
Abbigliamento tecnico idoneo da ciclo escursione, parapioggia, casco obbligatorio, scorte acqua e cibo, kit riparazione guasti e forature, verificate sempre la bici prima di partire.

Descrizione itinerario
Partendo dalla Torre Civica (Quota 955 m) si percorre il corso principale in direzione ovest e si raggiunge su strada asfaltata la frazione Cornillo Vecchio (Q 870 m). Percorrendo su sterrata e single track un tratto del Sentiero Italia n° 300 (su cui in primavera viene effettuata la processione della festa religiosa patronale della Madonna di Filetta) si giunge al bivio Scandarello (Q 815 m).
In questo tratto del percorso in single track a causa del fondo sconnesso bisogna fare attenzione ad alcune pietre sul sentiero. Da qui si risale mediante la vecchia salaria alla frazione Conche sulle rive del lago Scandarello. Su sterrata inizialmente pianeggiante lungo le rive del lago e poi in salita nel bosco si arriva alla frazione S. Giorgio (Q 987 m). Attraversando l’abitato si riprende la sterrata che ci conduce a Collegentilesco (Q 1023) passando per il “Cerro dell’amore”. Dalla comunale in discesa arriviamo a Torrita (Q 1000 m). Percorrendo un tratto di statale in direzione Scai si devia poi a sinistra su un tracciato in pianura sterrato e a tratti asfaltato, in direzione Casale Nibbi (Q 995 m). Il percorso continua su sterrata in leggera salita passando di nuovo a S. Giorgio, si ripercorre il tratto sterrato (questa volta in discesa) dell’andata fino alla frazione Conche e mediante la statale si chiude l’anello tornando al punto di partenza.

L’itinerario può subire variazioni o cancellazioni su decisione del direttore di escursione. Le iscrizioni dei partecipanti non soci si accettano solo entro il venerdì precedente.

Direttori di escursione
ASE‐C: Virginio Santarelli (+39.347.0948912)
ASE‐C: Mauro Bondi (+39.393.9328729)
Luciano Mezzetti (+39.338.3837789)

Per comunicazioni
e-mail. virsan.2012@libero.it

Per ulteriori informazioni, l’altimetria e le mappe, scaricate la locandina in formato PDF
Anello Amatrice – Scandarello – Torrita

1 Commento. Nuovo commento

  • Muzi giovanni
    18 Maggio 2016 16:03

    La diga dello Scandarello fu sminata da carabinieri artificieri che militavano nei partigiani comandati da mio padre,Muzi Antonio detto “toto” fratello di Muzi Alfredo.Mio zio ,che viveva nascosto a Colle Moresco,ricevette la notizia e informò mio padre che stava “alla macchia” e che poi coi suoi uomini smino’ la diga. Il nome di mio padre è scritto sulla lapide ricordo ,presso la diga,come un comune partecipante mentre invece fu il vero promotore del salvataggio e fu decorato solo con la medaglia di bronzo.Tutto perché all’inizio della guerra di liberazione prese le armi in una caserma di carabinieri con la forza ma senza fare vittime.Alla fine della guerra mio padre che aveva comandato la brigata di carabinieri partigiani doveva essere promosso a ufficiale(all’epoca era solo brigadiere) ma per il fatto ( o misfatto) sopracitato gli fu solo riconosciuta la medaglia di bronzo!!!!!…viva l’Italia e gli Italiani

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