Collaborazione CAI Sezione di Amatrice e gruppo progetto montagnaterapia ASL Viterbo

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Da quassù il mondo degli uomini
altro non sembra che follia,
grigiore racchiuso dentro se stesso.
E pensare che lo si reputa vivo
Soltanto perché è caotico e rumoroso.
W. Bonatti

Fin da quando ero piccola, grazie alla passione trasmessami da mio padre, ho imparato ad amare la montagna, ad apprezzarne le sue caratteristiche e peculiarità, le sue bellezze e a conoscerne e valutarne rischi e pericoli. In particolare, però, sono sempre stata colpita dagli effetti benefici che “l’andare per monti” provocava in me e in chi mi era accanto. Camminare, salire, andare verso, potersi confrontare con le proprie capacità, i propri limiti e quelli altrui. Sentirsi in grado di potercela fare nonostante tutto il resto. Vivere la montagna quale fonte di emozioni intime e profonde.

Oggi, l’ambiente montano inteso come luogo “curativo”, è uno degli aspetti centrali che ho potuto ritrovare in quella che viene generalmente definita “Montagnaterapia”, ovvero, un approccio di tipo terapeutico – riabilitativo e/o socio educativo, finalizzato alla prevenzione, alla cura e alla riabilitazione degli individui portatori di differenti problematiche, patologie o disabilità.

Il più recente appuntamento con la Montagnaterapia per la nostra sezione, risale al 23 e 24 Giugno 2015. Abbiamo infatti avuto il piacere di poter accompagnare alcuni utenti del Dipartimento di Salute Mentale della ASL di Viterbo-Vetralla aderenti al progetto Montagnaterapia. Il gruppo seguito da psicologi ed infermieri, supportato dai volontari del Gruppo operativo Montagnaterapia della sezione CAI di Amatrice, ha potuto sperimentare in due giorni, l’importanza e l’efficacia terapeutica dello stare insieme in montagna, esplorare nuovi luoghi, sperimentare se stessi, condividendo spazi comuni, ma anche limiti e capacità proprie e altrui. Il primo giorno l’escursione si è svolta con partenza dalla frazione Preta, territorio comunale di Amatrice (RI), verso il Sacro Cuore (mt 1384) fino a raggiungere Colle del Vento (mt 1483), dove è stato possibile ammirare tutta la conca amatriciana e restare incantati dal magnifico paesaggio circostante. Il secondo giorno invece, ci siamo diretti verso la Frazione San Martino, uno dei tratti più spettacolari della Laga, dove si innalzano i rilievi di Monticello e Monte d’Oro (1500-1617 mt slm).

In entrambi gli appuntamenti, l’ambiente montano, quale scenario riabilitativo per eccellenza, ha permesso di coniugare magistralmente le dimensioni corpo-mente ed ambiente e di far vivere momenti forti e costruttivi all’intero gruppo.
L’iniziativa ha riscosso il consenso unanime di tutti i partecipanti, che hanno espresso il desiderio di poter ripetere l’esperienza quanto prima.
Di seguito, riportiamo quanto riferito dal Dott. Francesco Manieri, referente del progetto Montagnaterapia della ASL di Viterbo-Vetralla:

In merito all’esperienza a Preta devo dire che è stata entusiasmante seppur troppo breve. L’aspetto saliente è stato quello della condivisione nei vari aspetti vissuti: dalla novità di un ambiente naturale nuovo e stimolante, passando per l’impegno delle due escursioni, che seppur brevi, hanno comportato il confronto con la propria fatica e quella degli altri. Quindi la condivisione degli spazi e dei tempi all’interno della struttura che ci ha ospitati: la divisione dei compiti, il dormire insieme per poi ritrovarsi di nuovo insieme al mattino. Condivisione è stato anche l’aiutarsi nell’affrontare le piccole difficoltà che ognuno si e trovato a superare nelle cose che quotidianamente a casa propria possono essere banali. Non da ultimo la possibilità offerta a tutto il gruppo di rapportarsi con gli amici del CAI di Amatrice e della Associazione Preta Vive che hanno favorito la creazione di legami e relazioni gratificanti. 
Quindi è la complessità di tutti i vari aspetti che ha prodotto un valenza terapeutica intesa come esperienza altamente significativa, seppur breve, sotto il profilo sia cognitivo che affettivo ed emozionale. Esperienza che è nostra intenzione ripetere.

È stata sicuramente un’esperienza piacevole e speciale per ognuno di noi. Per l’ennesima volta la montagna, con i suoi rumori, colori e silenzi, si è rivelata ai nostri occhi quale ambiente prodigioso e speciale, in grado di abbattere barriere fisiche ma soprattutto mentali e di suscitare sensazioni forti che non si dimenticano facilmente.

Fabiana Bizzoni

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