A volte la notte ti sveglia, con i pensieri che corrono come lepri nella testa. E ti metti a fare cose quasi inspiegabili. Come rileggere alcune frasi e passaggi di un libro, luoghi dove tempo prima la tua mente era inciampata, per colpa di un bagliore, una visione.
Quel libro è La leggenda dei Monti Naviganti, di Paolo Rumiz, giornalista e scrittore.
Un testo che narra di un viaggio compiuto nel 2005, a bordo di una Topolino del 1959, lungo la schiena dell’Italia, attraverso i gangli delle Alpi e le vertebre dell’Appennino. Una scorribanda, da Nord a Sud, una discesa quasi gravitazionale tra genti, luoghi, tradizioni, radici.
Un libro che contiene tutto: rimandi ad antiche gesta, nozioni geografiche fatte da arditi toponimi, tracce e gocce di densa storia delle nostre genti, che ti colano dentro come resina. Il tutto condito da un romanticismo quasi accecante, ma perfettamente nitido.
Nel tratto appenninico, Rumiz sorvola (è veramente il caso di dirlo) il profilo dei Monti della Laga, tracima verso Campotosto, lasciando una scia netta, una visione sublimante di questi luoghi.
Ho letto questo libro più volte, quasi a volerlo mandare a memoria. Ed ho rubato a Rumiz alcune visioni, alcuni modi di girovagare penna alla mano, alcuni titoli, il modo di intrecciare il racconto (si confronti l’articolo pubblicato sul mio blog).
E allora vi faccio dono di queste poche pagine, un estratto ed una scansione notturna del libro. Perché non sia solo un andar per sentieri, ma anche una metafora sognante, un punto di riflessione su chi siamo, sulla direzione che la nostra ostinata bussola sta segnando.
Buona lettura a tutti.
Gianluca
Scarica l’estratto del libro di Rumiz
Per maggiori informazioni: http://www.ibs.it/code/9788807017209/rumiz-paolo/leggenda-dei-monti.html